Naturalistico

Il tesoro del Monte San Giorgio giace nelle profondità delle sue rocce, ma non meno affascinante è lo scrigno che lo custodisce, costituito dalla natura vivente tra le montagne e i laghi prealpini.


Lo spettacolo del paesaggio

Le cime boscose del Monte San Giorgio, del Poncione d’Arzo/Monte Pravello e del Monte Orsa spiccano sopra le colline a sud e i rami del lago Ceresio a nord. La loro posizione unica offre, a chi ne raggiunga la vetta, un panorama che spazia dalle cime alpine alla profondità della pianura. Volgendo lo sguardo al paesaggio più prossimo si avrà la sensazione di essere parte del gioco di specchi tra i laghi e le verdi cime prealpine.


Tante rocce, tanti boschi

La ricchezza della flora e, in generale, della vegetazione riflette la varietà di substrati geologici e microclimi che si incontrano spostandosi sul Monte San Giorgio. Sul versante meridionale si trovano vegetazioni legate alle rocce carbonatiche (calcari e dolomie), quali i boschi misti di tiglio e altre latifoglie e il bosco termofilo a prevalenza di quercia e carpino nero. In prossimità della vetta, su suoli aridi, si incontra la roverella in formazioni aperte che confinano con i prati magri. Sullo zoccolo siliceo del Monte San Giorgio, al confine con il lago, si sviluppa una vegetazione acidofila dominata da castagno, rovere e, più in quota, dal faggio. Sui rilievi della zona, poveri di ambienti umidi, le buie forre, scavate nel calcare dai torrenti, ospitano frassini, aceri di monte e tigli che crescono accompagnati da muschi e felci sulle pareti più ripide.


I prati pingui attorno a Spinirolo

I prati nella valle del Lanza/Gaggiolo raggiunsero la massima estensione quando la fabbrica dello Spinirolo lavorava a pieno regime, perché essa impiegava come combustibile la legna dei boschi circostanti che si ridussero sempre più.
Oggi i prati coprono solo le zone più accessibili del fondovalle, dove sono utilizzati per il pascolo e lo sfalcio del foraggio. Questi sono chiamati prati pingui perché, essendo concimati, hanno una produzione maggiore dei prati magri e possono essere sfalciati 2 o 3 volte all’anno. Solitamente sono formati da un numero ridotto di specie vegetali, non considerate particolarmente interessanti. Però, oltre ad alimentare il bestiame, i prati pingui del fondovalle sono una zona di pascolo per gli ungulati selvatici.


La ricchezza dei prati magri

Lungo la cresta orientale del Monte San Giorgio, tra la località Cassina e la vetta, si trova un’area coperta da prati magri: un ambiente sempre meno diffuso e meritevole di tutela. I prati magri sono le vestigia di prati da sfalcio ormai abbandonati che si sviluppano su un terreno arido e sottile. Il suolo povero di nutrienti ostacola la dominanza di una sola specie erbacea favorendo una grande varietà floristica, tra cui spiccano, specialmente durante il periodo di fioritura in maggio-giugno, diverse specie di orchidee.
Al limite tra i prati magri e il bosco si può osservare la rarissima campanula odorosa (Adenophora liliifolia), l'altrettanto rara imperatoria del Raibl (Peucedanum rablense, Monte Orsa) e profumato giaggiolo susinario (Iris graminea).
I prati magri hanno un notevole valore in quanto habitat di farfalle come la tecla della betulla (Techla betulae, in via di estinzione) che si nutre sul prugno selvatico, cavallette e altri insetti. Di tali insetti si nutrono i pipistrelli e gli uccelli, per i quali questi ambienti sono dei siti di foraggiamento fondamentali.


La diversità dei funghi

Non minore della varietà floristica è quella dei funghi del Monte San Giorgio, tanto che sono state censite ben 1051 differenti specie, grazie al lavoro della Società Micologica Carlo Benzoni di Chiasso, con la collaborazione dell'Associazione Micologica G. Bresadola di Varese. Anche i funghi formano comunità differenti seguendo il variare del substrato così si incontrano funghi tipici del terreno carbonatico, altri dei depositi morenici ed altri ancora tipici dei prati magri. Eccezionale è il numero di specie di boleti presenti sul Monte San Giorgio e si annoverano anche alcune specie di tartufi, seppur non tra le più pregiate.


I mammiferi, gli odierni dominatori

Il Monte San Giorgio ospita un’interessante fauna vivente. Tra i mammiferi, gli ungulati presenti sono il cervo, il capriolo e il cinghiale, difficili da osservare, ma dei quali si possono incontrare le orme e altri segni del loro passaggio. Questi grossi erbivori non hanno da temere i carnivori di maggiori dimensioni che qui sono la volpe e il tasso.


Gli uccelli, nel cielo e tra le fronde

Meno elusivi sono gli uccelli che si possono ascoltare e osservare passeggiando per i sentieri del Monte San Giorgio. Insieme alle specie più comuni come il fringuello, il merlo e le diverse cince, vivono specie più insolite come il picchio rosso maggiore o l’upupa nel suo areale più settentrionale, di notevole interesse la presenza del Falco pellegrino nidificante sul massiccio, e i non rari rapaci quali nibbio e la poiana.


I rettili, quelli sopravvissuti

I rettili del Monte San Giorgio vivono in aree assolate in prossimità di anfratti nei quali si rifugiano. Gradiscono quindi le rocce carbonatiche ricche di fratture e i macereti, ma anche opere antropiche come i muri a secco o le fortificazioni della linea Cadorna. Qui si possono incontrare diversi serpenti e lo splendido ramarro.


Chi vive oggi nelle acque del Monte San Giorgio

Nelle zone umide intorno al Monte San Giorgio e lungo il corso del torrente Lanza/Gaggiolo si riproducono gli anfibi che popolano i boschi circostanti. La salamandra preferisce le acque ben ossigenate dei piccoli rii, mentre i tritoni, il rospo e le rane frequentano le pozze e i laghetti. L'endemica rana di Lataste, rarissima in Svizzera, la si rinviene alla Bevera di Viggiù.
Il Lanza/Gaggiolo e i piccoli torrenti tributari del lago di Lugano, dove il regime idrico lo consente, ospitano modeste popolazioni ittiche, principalmente di trota fario. Nelle stesse acque vivono il gambero di fiume e le larve di insetti come i plecotteri e i tricotteri, queste ultime nascoste nei caratteristici astucci costruiti con sassolini o frammenti vegetali.

© 2013 Guide Monte San Giorgio

Realizzato da Davide Morotti